Il Natale in Ungheria – usi e costumi ieri ed oggi

In Ungheria anticamente si mescolavano le tradizioni pagane con le feste natalizie cristiane, in parte furono poi represse dalla Chiesa. Le usanze popolari variavano da una regione all’altra.
Questo solo è un piccolo assaggio dalla tradizione natalizia ungherese.

Avvento

la ghirlanda dell’Avvento

In Ungheria l’albero di Natale viene addobbato solo alla Vigilia di Natale. Durante l’Avvento, come preparazione a Natale, si usano le ghirlande. L’usanza proviene dai tedeschi protestanti, (prima volta fu usato nel 1860 a Berlino in un orfanotrofio), poi si è diffusa anche tra i cattolici. Le ghirlande sono preparate in genere con ramoscelli di pino montate su una corona di filo di ferro. Ponendola in orizzontale sulla tavola, si applicano quattro candele (rappresentanti delle 4 domeniche che precedono Natale) in modo simmetrico. Ogni domenica si accende una nuova candela.
Le candele possono essere colorate: tre candele sono di color viola (richiamando così al pentimento dei peccati e alla conversione), mentre l’ultimo è rossa, in segno della gioia, che il Salvatore è ormai vicino. Secondo un’altra tradizione ogni candela rappresenta un angelo, che scende sulla Terra nelle quattro domeniche: il primo, vestito in blu, si avvicina alla gente ancora troppo impegnata nella vita quotidiana; il secondo, vestito in rosso, porta una coppa da riempire con l’amore che trova nei cuori umani; il terzo, vestito in bianco, con un raggio di sole tocca gli uomini diffondendo l’amore; l’ultimo, vestito in viola ha in mano una lira e canta della pace, risvegliando anche i semi nascosti nella terra.

6 dicembre – Babbo Natale

6 dicembre: La festa di S.Nicola – Szent Miklós napja – Mikulás
Babbo Natale – Santa Claus

I bambini ricevono dolci in regalo per S. Nicola – Mikulas
S.Nicola – in ungherese: Miklós, da cui viene il nome Mikulás, inteso come Babbo Natale.

Oggi: Al contrario delle tradizioni anglosassoni, Mikulás non viene a Natale, ma il giorno del suo onomastico e porta solo dolci (impacchettati in una bustina rossa) ai bambini buoni e fraschette dorate ai cattivi (naturalmente ogni bambino riceve i dolci, e le fraschette solo per scherzo). In questo senso somiglia alla Befana italiana.

Prima: Nella tradizione popolare la figura di Mikulás in parte si lega al vescovo generoso, in parte veste i panni di un giudice che interroga e punisce.
– Giovani con il viso annerito di carbone giravano e mettevano paura ai bambini.
– Un’uomo vestito da Mikulás accompagnato da un’altro vestito da diavolo girava il paese. Quest’ultimo aveva una frusta in mano con cui minacciava i bambini.
– Secondo un’altra usanza medioevale un uomo vestito da vescovo con la sua corte circolavano in paese, mettendo sotto esame i bambini, premiandoli o punendoli. Le ragazze invece si dovevano confessare se avevano un’amante.

13 dicembre: S.Lucia – Szent Luca napja – Luca nap

La sedia di Luca per vedere le streghe

Prima della riforma del calendario il giorno di solstizio coincideva con il giorno di S.Lucia, in ungherese Luca (pronuncia: Luza). L’oscurità e il numero 13 sono associati ai spiriti maligni, così anche alle streghe.
Gruppi di bambini giravano il paese recitando magie per favorire la fertilità (umana e del bestiame, specialmente delle galline). Le donne non potevano lavorare per motivi spuperstiziosi.
I giovani giravano mascherati in bianche lenzuole, muti, per non farsi riconoscere, controllando che le donne rispettassero il divieto. Altri facevano scherzi grossi (per esempio smontare due portoni e scambiarli, oppure smontare un carro e rimontarlo di nuovo sul tetto della casa,…)
Le ragazze in età da maritare si predicevano il futuro: i nomi dei candidati come fidanzati furono scritte su strisce di carta, di cui si formavano delle palline da cuocere in acqua come se fossero degli gnocchi. La prima pallina da venire in superficie prediceva il nome del futuro sposo.
La sedia di Luca. Si usava costruire una sedia cominciando in questo giorno fino a Natale, secondo precise regole (per esempio da nove diversi tipi di legno). Si riteneva che, salendo su questa sedia durante la messa di mezzanotte di Natale, si poteva rilevare la presenze di una strega. In qualche zona si usava cucire una camicia, per lo stesso scopo.

24-26 dicembre Natale – Karácsony

confetti da appendere all’albero di Natale

Oggi: Similmente ad altri paesi europei, si usa di addobbare l’albero di Natale, ma solo alla Vigilia (e non prima). Oltre agli addobbi conosciuti in Italia, si usano anche dei dolcetti (szaloncukor) a forma ovale, impacchettati in carta lucente. Il loro ripieno può essere di marzapane, gelèe, ecc. Inoltre si usano anche dei cioccolatini che rappresentano simboli natalizi (Babbo Natale, campanello, ecc.), e anche anelli di meringhe come decorazioni. L’albero viene addobbato dai genitori, mentre i bambini sono tenuti lontani, per esempio assistono alle recite natalizie in chiesa oppure sono mandati nella loro stanza. Il suono di un campanellino segnala ai bambini che Bambin Gesù è arrivato. Seguono le preghiere, i canti, gli auguri e poi si aprono i regali (che non vengono attribuiti a Babbo Natale, ma al bambino Gesù). Dopo la cena la famiglia trascorre il tempo insieme, a mezzanotte si va alla messa.

Menu natalizio

Beigli, dolce a forma di strudel, farcito con crema di noci o di papaveri

(Borleves) Vin brulè in cui vengono mischiati velocemente dei tuorli d’uovo sbattuti a schiuma con lo zucchero;

– carpa impanata, con insalata russa* (*da noi si chiama insalata francese);

– beigli (vedi foto): il dolce tipico di Natale: è una specie di strudel (ma con pasta frolla, oppure lievitata), farcito con una crema di noce oppure di papavero, a cui vengono aggiunti miele, zucchero, marmellata, chiodi di garofano e cannella;

– un dolce chiamato Gerbaud: strati di pasta frolla vengono farciti con marmellata di albicocche e noce, dopo cottura tutto viene ricoperto di cioccolato.

Durante le feste natalizie si usa anche cucinare altri piatti come: zuppa di pesce, pesce in gelatina, arrosto di oca o di anatra, tacchino ripieno, cavolo ripieno, dolci ricoperti con miele o semi di papavero, ecc. Tradizionalmente durante la Vigilia non si mangia carne.

Recita natalizia – Betlehemes játék

Il presepe portatile

Una volta: Tradizione popolare: si doveva stare a casa, evitare di cucire, chiedere o dare in prestito. Alla cena della vigilia si usava una bella tovaglia ricamata e riservata per questa festa. Al pane, alla mela e alla noce si legavano usanze superstiziose. (Il pane doveva essere intero, perché ci fosse sulla tavola tutto l’anno futuro; la mela era divisa in quanti erano in famiglia per tenerla unita; la noce, se sana prediceva una ottima salute, se bacata, malattie.)

I giovani circolavano il paese cantando e facendo gli auguri, per cui in genere venivano premiati. Nello stesso modo, gruppi di bambini andavano per le case del vicinato e in cambio del canto e degli auguri ricevevano mele, noci, pane dolce.

La recita natalizia, di origine religiosa, veniva preparata con cura. I partecipanti, in genere vestiti da pastori oppure da re magi giravano il paese portando con loro un presepe (in genere una scatola di legno, che si apriva davanti), recitando gli eventi della notte di Natale. Certe volte si usavano i burattini.

La tradizione detta regölés ha origini antichissime, in parte corrisponde alla figura del menestrello medioevale; la parola potrebbe aver origine latina (regus). D’altro canto, è molto probabile l’origine antica, pagana, dagli sciamani che recitavano dei versi magici entrando in trance. I gruppi che andavano da una casa all’altra, recitavano lunghi canti composti in questo modo: richiesta di permesso – saluto – interpretazione delle leggende magiare (in particolare il cervo magico, che veniva impersonato da uno dei recitanti) – auguri – alle giovani da sposare si abbinavano i fidanzati – richiesta di un dono.

Il prete mandava delle ostie alle case che venivano consumate come primo pasto della cena della Vigilia, con miele oppure con aglio.
Alla messa di mezzanotte ci si portava la sedia o la camicia iniziata a preparare dal giorno di S.Lucia.
Oggi: In tempi moderni la recita natalizia si svolge nelle parrocchie, con la partecipazione di bambini che danno vita ai vari personaggi della nascita di Gesù.
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